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by NoiSalute
La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione molto comune e debilitante, che interessa circa il 10% della popolazione, soprattutto di sesso femminile e con un tasso più alto di prevalenza dai 20 ai 50 anni. È caratterizzata da fastidio o dolore addominale, associati all’alterazione della funzione intestinale ed accompagnati da gonfiore o distensione.
Che cos’è la sindrome dell’intestino irritabile?
La sindrome dell’intestino irritabile, che una volta veniva definita “colite spastica” o “colon irritabile”, si presenta tipicamente con un fastidio o dolore addominale, che migliora dopo l’evacuazione; l’intestino può essere stitico, diarroico oppure di tipo misto, ossia con alternanza fra stipsi e diarrea. Spesso i pazienti sperimentano una riduzione della qualità della vita, e circa il 60% di essi lamenta anche debolezza ed affaticamento.
L’andamento è cronico con carattere fluttuante e nel corso degli anni le riacutizzazioni dei sintomi coincidono con eventi stressanti, sia di tipo fisico (es. interventi chirurgici, infezioni virali o batteriche), che di tipo psichico (es. stress, separazioni, lutti). Le donne ne sono interessate in misura doppia rispetto agli uomini.
Solitamente per il trattamento dei sintomi più comuni dell’intestino irritabile come gonfiore a e dolore addominale si adoperano dispositivi medici specifici ed efficaci come Colilen IBS di Aboca
Cause della sindrome dell’intestino irritabile
Per capire le cause di questa patologia, bisogna approfondire meglio il funzionamento del microbiota e le sue implicazioni sul benessere dell’intestino: il microbiota è l’insieme di tutti i microrganismi che ‘abitano’ dentro e sulla superficie dell’intestino.
In particolare comprende la flora batterica: circa 400 specie batteriche, sia anaerobiche (bifidobatteri) localizzate principalmente nel colon, sia aerobiche (lattobacilli), concentrate in modo particolarTutti gli utentie nel tenue. Inoltre, include miceti (funghi), clostridi (batteri) e virus.
In condizioni normali, l’insieme di tutti questi microrganismi è in perfetta simbiosi con l’organismo e garantisce l’integrità della mucosa intestinale.
Il microbiota svolge numerose funzioni essenziali per la salute del nostro intestino. Per prima cosa favorisce i processi digestivi e l’assorbimento. Oltre che rafforzare il sistema immunitario intestinale con un’azione pro-infiammatoria”.
Sindrome dell’intestino Irritabile: sintomi
I disturbi (sintomi) più frequenti presenti nella sindrome dell’intestino irritabile sono:
- mal di pancia, o crampi addominali, che di solito peggiorano dopo i pasti e migliorano con l’evacuazione;
- gonfiore addominale, aria eccessiva nella pancia (meteorismo);
- diarrea;
- stitichezza, difficoltà ad evacuare e sensazione di non svuotare completamente l’intestino.
La sindrome, in genere, si presenta a fasi alterne: in alcuni periodi i disturbi migliorano, in altri compaiono nuovamente (si riacutizzano).
I disturbi possono scatenarsi dopo aver consumato determinati cibi o bevande. Alimenti speziati o troppo grassi, bevande alcoliche o contenenti caffeina possono causare un peggioramento dei disturbi, così come l’ansia e lo stress.
Altri disturbi presenti nella sindrome dell’intestino irritabile sono:
- eccessiva emissione di aria dall’intestino (flatulenza)
- presenza di muco nelle feci
- stanchezza e mancanza di energia
- nausea
- problemi ad urinare (stimolo frequente ad urinare, sensazione di non vuotare completamente la vescica)
- incontinenza fecale
In presenza di questi disturbi, è consigliabile consultare il proprio medico di famiglia che potrà prescrivere alcuni esami per escludere la presenza di altre malattie più gravi.
Sindrome dell’intestino irritabile rimedi
Se si soffre di intestino irritabile fondamentale è l’alimentazione per attenuarne i fastidi. A tal proposito è consigliato un regime alimentare sano fatto di pochi ma efficaci accorgimenti. In particolare è consigliato privilegiare cibi a elevato apporto di triptofano, come le patate cotte in forno con la buccia, i prodotti a base di cereali integrali macinati, la polpa di zucca gialla, le rape, il cavolo. Inoltre è importante consumare regolarmente i pasti con la dovuta calma, gustando gli alimenti. Cercare di consumare fiocchi d’avena, yogurt arricchito con probiotici, olio di lino e di noci di prima spremitura a freddo, pasta, kefir.
Meglio evitare alcolici, carni conservate, prodotti dei fast-food, crusca, prodotti a base di burro. Nella fase acuta vanno assolutamente evitati salumi, formaggi stagionati, uova, latticini non biologici.
Come integrazione alimentare, scegliere fermenti lattici vivi a elevata concentrazione di Lactobacillus acidophilus, oppure assumere Complesso B.