Morbo di Pott

    La spondilite tubercolare, altrimenti conosciuta come morbo di Pott, è una forma di tubercolosi di tipo extrapolmonare che nel suo decorso va a colpire anche le vertebre delle persone ammalate.
    Alla base della malattia si trovano, esattamente come per la tubercolosi, i bacilli di Koch.
    Questi vanno a localizzarsi nelle vertebre della colonna in un punto qualsiasi e progressivamente ne distruggono i tessuti causando la riduzione della distanza che intercorre tra le singole vertebre.
    Grazie alla diffusione delle campagne vaccinali, si evidenzia una rarità dei casi nei paesi principalmente industrializzati ove la malattia colpisce solo persone anziane, immunodepresse o con precedenti tubercolari personali o familiari.

    Eziologia del morbo di Pott

    I soggetti colpiti dal morbo sono costretti ad affrontare forti dolori fisici, cifosi ed in alcuni casi anche paraplegia.
    Il primo sintomo avvertito è principalmente il dolore che purtroppo spesso viene confuso con altre patologie e non compreso fino in fondo. Questo avviene sovente nei soggetti che vivono in aree disagiate, nelle quali è difficile accedere a cure specializzate e la sintomatologia difficilmente viene riconosciuta dai medici presso i quali è possibile rivolgersi.

    La malattia può presentarsi anche sotto forma di artrite, artrosi, gonfiore degli arti, asma, cardiopatia o pleurite.
    Sono frequenti le manifestazioni di ascessi, spasmi muscolari e generale sensazione di debolezza soprattutto alle gambe.
    Se la malattia colpisce soggetti di giovane età, si osserva una bassa statura dovuta alla deviazione della colonna vertebrale e conseguente ingobbimento.
    Si registrano casi in cui la malattia si presenta sotto forma di collasso vertebrale, dovuto alla disintegrazione dei dischi intervertebrali, di paraplegia, di parestesia o di difficoltà nella vista.
    Raramente si riscontra anoressia o una drastica perdita di peso.

    Tubercolosi endemiche ed infezioni da HIV costituiscono i principali fattori di rischio per contrarre la malattia.

    Diagnosi, cura e complicanze del morbo di Pott

    Il metodo più affidabile per una diagnosi è costituito dall’analisi radiografica, attraverso la quale il medico radiologo può facilmente individuare eventuali schiacciamenti dei dischi intervertebrali.
    Altri strumenti utilizzabili per diagnosticare la malattia sono rappresentati dai test cutanei per la tubercolina, dall’analisi della velocità di sedimentazione degli eritrociti, dalla scansione ossea e dalla biopsia ossea.

    Fortunatamente nel continente europeo la malattia è pressoché inesistente, in quanto molto più presente in paesi con minor tasso di sviluppo.
    La soluzione medica più efficace per la cura della malattia di Pott è l’assunzione per almeno un anno di farmaci antitubercolari.
    Perché non si riscontrino lesioni e deformazioni della colonna vertebrale molti specialisti ritengono sia sufficiente il riposo a letto per un periodo di tempo che può durare anche alcuni mesi. Altri medici, invece, suggeriscono l’utilizzo del gesso.
    In alcuni casi si può ricorrere alla chirurgia laddove sia necessario risolvere problematiche derivanti dallo schiacciamento del midollo spinale, dagli ascessi o dall’inefficacia del riposo forzato.
    Un attento percorso di fisioterapia può aiutare nel la correzione dei danni causati dalla malattia.
    Nel trattamento sintomatico si può ricorrere ad antidolorifici.

    Il bacillo di Koch, responsabile del morbo, può diffondersi non solo nella zona in cui si è manifestato andando ad intaccare anche i legamenti ed i tessuti delle aree circostanti.
    Questa estensione comporta una distruzione ossea ed una deformazione della colonna vertebrale, con conseguente compressione del midollo. Nei casi più gravi una delle conseguenze può essere la paraplegia o la comparsa di deficit neurologici.
    Nei casi più gravi si manifesta gibbosità permanente e definitiva.

    Il morbo oggi è poco diffuso ma in passato ha colpito molti personaggi famosi

    Come visto, oggigiorno, la diffusione della malattia è pressoché nulla nel mondo occidentale eppure in passato ha colpito molti personaggi illustri.
    Seppure nei secoli e nei decenni scorsi fosse molto raro ottenere una diagnosi certa e tempestiva della malattia, oggi sappiamo che Giacomo Leopardi fosse affetto dal morbo di Pott.
    La stessa diagnosi lo accomuna ad Alberto Moravia, Gravilo Princip, Vincenzo Cardarelli, Antonio Gramsci, il Delfino di Francia figlio di Luigi XVI ed Indira Ghandi.
    Le moderne tecniche hanno anche permesso di individuare tracce della malattia in antiche mummie egizie.