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by NoiSalute
I Linfociti altissimi sono un segnale di infezione o di differenti patologie. Un vero e proprio campanello di allarme che richiede esami medici approfonditi.
Oggi parliamo proprio della alterazione linfocitaria. Quando si presenta, cosa si intende con linfociti attivati e perchè rivolgersi al medico.
Come sempre facciamo vi raccomandiamo di non seguire terapie fai da te. È importante che il medico di fiducia sia sempre informato sul quadro clinico completo. Solo così avrete la certezza di sottoporvi ai corretti esami diagnostici per poi seguire la terapia più adatta alle vostre esigenze.
I linfociti sono elementi essenziali del sistema immunitario. Per prima cosa vediamo come questo funziona.
Il sistema immunitario: una macchina biologica quasi perfetta
Il sistema immunitario ci difende ogni giorno dall’attacco di virus e batteri. Può essere paragonato ad un esercito che viene attivato quando microrganismi patogeni tentano di penetrare all’interno del nostro organismo.
L’immunità biologica viene suddivisa in due gruppi:
- immunità innata. Sempre operativa nell’organismo;
- immunità adattativa. Viene stimolata dal contatto con i microrganismi.
Si tratta di sistemi molto diversi tra loro che operano attraverso meccanismi complessi.
A sua volta l’immunità innata è suddivisa in comparti. Vediamo quali sono.
- Barriere epiteliali. Costituiscono barriere fisiche e chimiche che bloccano l’entrata delle più comuni porte d’ingresso dei patogeni (apparato respiratorio, tubo gastro-enterico e cute). Infatti i microrganismi possono entrare nell’organismo attraverso la respirazione, l’ingestione di alimenti contaminati o per semplice contatto. Le barriere epiteliali creano delle giunzioni tra le cellule degli strati esterni della pelle, impedendo un eventuale passaggio;
- Leucociti: neutrofili e monociti.
L’immunità acquisita, invece, è costituita da diversi tipi di linfociti. Ognuno di essi è caratterizzato da una funzione specifica. In particolare, si suddividono in:
- immunità cellulo-mediata;
- immunità umorale.
Neutrofili, Monociti e Basofili
Chiariamo adesso alcuni termini che abbiamo citato poco sopra. È necessario per capire bene come funziona il nostro organismo e come reagisce agli stati infettivi.
- Neutrofili. Sono gli elementi corpuscolari maggiormente presenti nel sangue (4.000-10.000/m3). Intervengono per primi, insieme ai monociti, nei focolai infettivi.
Originano nel midollo osseo e quando è presente un patogeno migrano nel sito infettivo ed inglobano il microrganismo estraneo. Sono le sentinelle del nostro organismo. Pronte a partire all’attacco contro il “nemico” (che in questo caso è un’infezione); - Monociti. Sono presenti in numero minore rispetto ai neutrofili (500-1.000/m3) ed anch’essi fagocitano i patogeni. Tuttavia, una volta che raggiungono l’infezione si sviluppano in macrofagi, i quali riescono a sopravvivere per lungo tempo;
- Basofili. Rientrano nell’immunità innata. Tuttavia la loro concentrazione aumenta negli stati allergici.
Cosa sono i linfociti
Dopo aver ampiamente trattato dell’immunità innata, cerchiamo di capire cosa sono i linfociti e da quali organi vengono prodotti. Fanno parte dell’immunità adattativa e, sebbene siano molto simili tra di loro, sono estremamente diversificati sotto il profilo funzionale.
Attualmente gli immunologi distinguono queste cellule in base all’espressione di particolari proteine, chiamate CD (Cluster of Differentiation), presenti sulla loro superficie.
In particolare, nell’immunità cellulo-mediata rientrano i linfociti T mentre in quella umorale troviamo i linfociti B. Vediamo quali sono le differenze.
Linfociti T
Sono chiamati in questo modo poiché subiscono un processo di maturazione a livello del timo, un organo linfoide localizzato nel collo. Queste cellule svolgono un ruolo nel sistema immunitario a diversi livelli. Infatti attivano e potenziano l’immunità innata deputata alla fagocitosi dei microrganismi patogeni.
I linfociti T hanno anche un ruolo attivo nell’eliminazione degli invasori. Contengono, infatti, granuli enzimatici che sono in grado di uccidere il patogeno quando vengono liberati. Secondo la classificazione più comune i linfociti T si differenziano in due principali sottogruppi.
- I Linfociti T CD4. Chiamati anche linfociti T helper, aiutano la maturazione dei linfoci B e attivano le cellule dell’immunità innata;
- Linfociti T CD8 o linfociti T citotossici (CTL). Sono importanti nell’eliminazione delle cellule che presentano microrganismi patogeni, eliminando l’infezione.
Linfociti B
Sono stati scoperti per la prima volta nella Borsa di Fabrizio, un organo linfoide presente negli uccelli ma non nei mammiferi. I linfociti B fanno parte dell’immunità umorale e maturano a livello del midollo osseo.
Alcuni possiedono sulla superficie esterna complessi proteici che fungono da recettori, cioè sono in grado di legare porzioni di microbi. Quando questo accade un complesso sistema di attivazione porta il linfocita B ad andare incontro ad una importante trasformazione. Inizia a produrre anticorpi solubili o di membrana che hanno lo scopo di individuare componenti microbiche nella circolazione sanguigna, attivando allo stesso tempo l’immunità innata.
A seconda dell’agente infettivo possono essere prodotti anticorpi diversi. Tra questi IgA, IgM, IgE, IgG ed IgD, ognuno con caratteristiche specifiche.
Linfociti NK
I linfociti natural killer (NK), invece, sono molto particolari. Rientrano, infatti, nell’immunità innata.
Sembrerebbe che svolgano un’azione simile a quella dei linfociti T citotossici (CTL), in quanto possiedono al loro interno enzimi che, una volta rilasciati, sono in grado di uccidere direttamente i microrganismi patogeni.
Linfociti valori normali
Si parla di valori normali quando i linfociti sono presenti nel range 1.5-3.5×10^9/L.
Occorre sottolineare che questi valori possono differire da laboratorio a laboratorio. Per questa ragione non ci si deve allarmare se i numeri si discostano dai risultati delle volte precedenti.
Una volta ottenute le risposte, che in genere necessitano qualche giorno di attesa, è necessario che siano visionate dal proprio medico di famiglia.
Nei bambini i valori di riferimento sono compresi tra 500 e 900 per microlito. Qualora si riscontrasse un aumento della conta linfocitaria è opportuno consultare un medico per eventuali accertamenti.
Linfocitosi cosa si intende?
Quando si riscontrano linfociti altissimi si parla di linfocitosi. In particolare questa può essere di due tipi.
- Linfocitosi assoluta. Se la concentrazione linfocitaria (linfociti B e T) è maggiore di 4.000/m3;
- Linfocitosi relativa. Se la frazione dei linfociti è maggiore del 50{693f4616072774ea91ef247f4155f9dfe80db7f9af2c3a3cb52a551f743a6ee1} dei leucociti ma il valore di linfocitosi assoluta resta normale. Questo accade comunemente quando si va incontro ad una neutropenia, ossia quando i neutrofili sono bassi e i linfociti sono alti. In questo caso occorre ripetere l’esame emocromocitometrico dopo un mese dal precedente prelievo. Come sempre è necessario che intervenga il medico di fiducia per indicare il giusto percorso da seguire.
Molto spesso i linfociti altissimi sono accompagnati anche da un aumento della conta leucocitaria. In particolare, quando si registra la presenza di leucociti nelle urine, è il segnale di un’infezione presente nelle vie urinarie.
Linfociti alti cause
Passiamo in rassenga le principali cause dei linfociti altissimi. Ricordiamo che solo e soltanto il medico, che ha esperienza e il quadro clinico completo, potrà darvi maggiori informazioni riguardo le cause. Ogni paziente ha una propria storia e cause diverse.
Infezioni
- Infezioni virali. Comportano un alterazione del numero totale dei leucociti aumentando notevolmente quello dei linfociti. Tra le infezioni virali ricordiamo quelle causate dal virus Epstein Barr responsabile della cosiddetta malattia del bacio (mononucleosi) e dal Rinhovirus, l’agente eziologico del raffreddore. Invece le linfocitosi croniche sono dovute da infezioni che si sono cronicizzate. Tra queste quelle causate dall’herpers virus o da quello dell’epatite B ed epatite C;
- Infezioni batteriche. Inducono un aumento sia della conta dei neutrofili sia dei linfociti. Possono essere causate da miceti, micobatteri e parassiti come il caso delle infestazioni da Tenia solium o le parassitosi della Toxoplasmosi;
Leucemia e Tumori
- Leucemia. Si distinguono dalle altre alterazioni linfocitarie per la rapidità con cui si manifestano. Sono dovute da un deficit di un clone che inizia a produrre in maniera incontrollata altri cloni uguali alla cellula progenitrice. La conseguenza è la comparsa di linfociti altissimi. In particolare le leucemie provocano nella maggior parte dei casi quella che viene definita linfocitosi monoclonale, ossia la produzione incollata di un unico stipite linfocitario;
- Linfomi. Sono particolari leucemie solide che colpiscono organi linfoidi, come i linfonodi, la milza e le stazioni immunitarie dell’intestino. Si distinguono in linfomi di Hodgkin e non-Hodgki;
- Tumori solidi. La presenza di un tumore comporta il rilascio di particolari sostanze, chiamate citochine e fattori di crescita. Queste inducono il midollo osseo a produrre maggiori quantità di cellule corpuscolate del sangue, instaurando una risposta infiammatoria;
Altre cause
- Disidratazione. Molti non sanno che anche la disidratazione può provocare un netto aumento di tutte le cellule e sostanze presenti nel torrente circolatorio, come l’emoglobina, la creatinina e l’urea;
- Utilizzo di alcuni farmaci. È stato osservato che possono aumentare la concentrazione dei linfociti nel sangue, diminuendo quella dei neutrofili. Un esempio è l’eparina per via sottocutaneo o per via endovenosa. Anche i farmaci antiepilettici, come fenobarbitatl o la carbamazepina, possono comportare una vera e propria linfocitosi;
- Stress e traumi. Ormoni quali adrenalina e corticosteroidi inducono il midollo osseo a produrre maggiori quantità di cellule corpuscolate del sangue;
- Linfociti alti in gravidanza. A volte può accadere che durante il periodo gestazionale i linfociti siano leggermente alti rispetto ai valori normali. Questo può essere spiegato come una normale risposta del corpo ad un nuovo adattamento. Non a caso una linfocitosi lieve si verifica anche durante il ciclo mestruale.
Quando i linfociti sono bassi
La concentrazione del linfocita può subire anche una drastica diminuzione. Questi si verifica quando si va incontro ad una linfocitopenia, ossia quando i valori misurati sono inferiori a 1.000-1.500 unità su microlito.
Per esempio, linfociti bassi possono essere accompagnati da neutrofili alti a seguito di un’infezione. Quando diminuisce la concentrazione dei linfociti si corre un maggiore rischio di contrarre malattie. Il sistema immunitario, infatti, non dispone di un esercito completo per contrastare l’entrata degli invasori patogeni.