“Prevenire è meglio che curare”

    recitava un vecchio detto. Nella semplicità di questa affermazione, però, si nasconde una vasta gamma di indicazioni, approcci e metodologie per vivere meglio; salute infatti è un concetto che include tutta una serie di comportamenti e abitudini atti al raggiungimento di un completo benessere psico-fisico.
    Tra i tanti strumenti che si hanno a disposizione per arrivare a questo benessere, oltre a farmaci e terapie mediche, vi è un’altra strategia fondamentale: la prevenzione.

    Prevenzione, la definizione e le diverse tipologie

    La parola è unica, ma per “prevenzione” si intende in realtà tutto un insieme di attività, interventi e opere esercitati con l’obiettivo di raggiungere e conservare lo stato di benessere, per evitare il più possibile l’insorgenza delle malattie. Per meglio distinguere le tipologie di azioni da intraprendere, si può suddividere la prevenzione in tre sotto-categorie,

    Prevenzione primaria

    La prevenzione primaria detiene il campo d’azione sul soggetto sano o comunque non malato; in questo tipo di condizione, fare prevenzione significa ricorrere ad una dieta alimentare bilanciata, integrare le eventuali carenze, praticare attività fisica, limitare (meglio ancora abolire) gli eccessi come alcol e fumo, e mettere in atto tutte quelle sane abitudini che agiscono sull’incidenza delle malattie, allontanando o limitando drasticamente le possibilità di contrarle; in pratica, eliminando i fattori che le possono scatenare.
    È buona pratica in questa condizione di salute, effettuare periodicamente esami basilari, come quelli del sangue e delle urine, per verificare nell’immediato se ci sono dei valori indicatori di un qualche tipo di scompenso.
    Ad esempio per chi risiede in provincia di Lecce e non solo, si può rivolgere a SB Medical, un poliambulatorio specialistico dove poter effettuare visite ed esami specialistici.

    Prevenzione secondaria

    La prevenzione secondaria entra in campo nei soggetti potenzialmente ammalati, anche se allo stadio iniziale delle diverse patologie; mediante diagnosi precoce, e in special modo tramite screening oncologici o ginecologici, si mira ad escludere la malattia, oppure ad individuarla quando è a livello iniziale, anche in assenza di sintomi.
    I test diagnostici disponibili per controllare il grado di salute di una persona sono vari, e danno la possibilità di evitare accertamenti clinici di livello successivo anche invasivi. Si pensi, ad esempio, ai molteplici tipi di tumore: quando sono allo stadio iniziale, generalmente sono circoscritti in una piccola parte dell’organismo, e in questo frangente possono essere affrontati e gestiti più efficacemente, con una più ampia varietà di cure – anche meno debilitanti della chemioterapia – e soprattutto con una maggior probabilità di guarigione nonché di miglioramento in ogni caso della prognosi.

    Prevenzione terziaria

    Per prevenzione terziaria si intende il controllo clinico terapeutico delle malattie in atto, in una situazione quindi già compromessa; tutti gli interventi sono volti a mantenere una condizione di benessere il più accettabile e sostenibile possibile, infatti, il fine è anche quello di evitare complicazioni della patologia oppure esiti invalidanti.

    Differenza tra screening e prevenzione spontanea

    Quando si parla di prevenzione, soprattutto secondaria, è necessario sottolineare quali sono le diverse modalità, l’importanza e l’impatto di un certo tipo di esami diagnostici piuttosto che di una adesione a screening mirati.

    Andare dal proprio medico curante, infatti, e chiedere di sottoporsi ad un controllo di routine come analisi del sangue, livello di pressione arteriosa eccetera non equivale a far parte di un’indagine specifica come lo screening. Difatti, anche eseguire continuamente esami come radiografie può risultare alla lunga dannoso e, soprattutto, non è affatto necessario.

    Gli screening sono dei veri e propri programmi ideati per monitorare le condizioni di salute di soggetti che, potenzialmente, possono incorrere in determinate patologie. Secondo criteri ben precisi si va dunque ad individuare quella popolazione che per età, predisposizione genetica, pregressi in famiglia o altro possono avere più probabilità di contrarre specifiche malattie, come ad esempio i tumori. Quindi lo screening è più una sorta di percorso, una serie di analisi effettuate con regolare cadenza, proprio per andare ad escludere o diagnosticare il grado di malattia che, a quel punto, dovrà essere analizzata attraverso procedure più profonde e puntuali. Lo scopo rimane sempre quello di coinvolgere il paziente e garantirgli la metodologia più idonea in base alla personale situazione e decidere la migliore strategia di cura.

    Il risultato dell’applicazione di tutte le tipologie di prevenzione, dunque, non ha solo il fine di ridurre il rischio di ammalarsi, ma anche di migliorare la qualità della vita: prendersi cura di sé previene il sovrappeso, migliora la salute dell’apparato cardiovascolare, osseo e muscolo scheletrico e tiene a debita distanza le malattie metaboliche. Soprattutto, si hanno benefici psicologici, parte integrante della salute intesa come benessere totale della persona.

    In sintesi, la prevenzione primaria è il primo passo per intraprendere una strada fatta di consapevolezze e armonia fisica e psicologica, base ottimale per potersi garantire anche le cure più idonee e il diritto alla salute nella sua totalità.