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by NoiSalute
L’Aritmia Cardiaca è un disturbo della frequenza cardiaca, purtroppo più diffuso di quanto si possa pensare. Ma in cosa consiste? Essenzialmente in 3 situazioni differenti: il cuore batte troppo velocemente, troppo lentamente o in modo irregolare. Non tutte le situazioni sono uguali. È necessario conoscere il quadro clinico del paziente per poter analizzarne le condizioni.
Con questo articoli forniremo una risposta alle domande principali che si pone chi soffre di questo disturbo. Cosa fare in caso di battiti accelerato? Come si cura l’aritmia? Concluderemo, infine, con un elenco dei cibi da evitare per chi soffre di questo problema.
Come sempre facciamo vi consigliamo fortemente di stare alla larga dalle terapie fai da te. Solo e soltanto il vostro cardiologo saprà consigliarvi sulla terapia da seguire. Voi dovrete, inoltre, contribuire con uno stile di vita sano e regolare. In particolare mantenendovi alla larga da fumo e alcol, oltre che curando l’alimentazione.
L’attività elettrica del cuore come pompa
In condizioni normali la frequenza cardiaca (80 battiti al minuto a riposo) non viene percepita tranne che in condizioni di sforzo o durante l’esercizio fisico. Tuttavia in alcune circostanze può accadere che il ritmo non sia regolare. Il cuore può saltare un battito e si percepisce come un tonfo al cuore. In altri casi si percepisce un battito cardiaco accelerato conosciuto più comunemente come sfarfallio al cuore.
Per comprendere le anomalie legate al funzionamento della pompa cardiaca, tra cui i battiti accelerati e il battito cardiaco lento, occorre conoscere la sua fisiologia e il suo meccanismo intrinseco.
Il cuore è costituito, a livello anatomico, da quattro camere. Atrio destro, ventricolo destro, atrio sinistro e ventricolo sinistro. Queste si differenziano per la posizione e per la direzione del flusso sanguino.
Il sangue refluo, ovvero quello deossigenato, dai tessuti periferici viene richiamato nella vena cava inferiore che si riversa prima nell’atrio destro e poi nel ventricolo destro. Attraverso l’arteria polmonare il sangue passa nella circolazione polmonare. Una volta che è stato ossigenato torna al cuore. Attraverso la vena polmonare giunge nell’atrio sinistro e poi nel ventricolo sinistro. Grazie all’orta il sangue viene, infine, distribuito agli altri organi.
Diversamente dagli altri tessuti muscolari il cuore presenta cellule autoritmiche in grado di generare contrazioni cardiache senza l’intervento del sistema nervoso. Ha, dunque, una contrazione endogena che è fondamentale per il passaggio del sangue nelle diverse camere e nei vasi che lo distribuiscono ai tessuti.
Frequenza cardiaca normale
Il battito cardiaco normale (ritmo sinusale del cuore) deriva proprio dall’azione delle cellule autoritmiche. Queste sono localizzate in distretti del cuore che vengono chiamati centri segna passi o pacemaker.
Il primo è il nodo seno atriale localizzato nella porzione apicale. Ha la funzione di inviare il segnale di contrazione ad un secondo nodo, quello atrio ventricolare, per poi diramarsi lungo le fibre del Purkinje che permettono la contrazione dei due ventricoli, garantendo un flusso sanguigno adeguato.
Occorre aggiungere che, tra una contrazione muscolare e l’altra, le cellule del cuore sono in uno stato che viene definito refrattario. In quel lasso temporale qualunque stimolo è insufficiente per iniziare una nuova contrazione. Questo aspetto è di fondamentale importanza poiché alterazioni del periodo refrattario possono comportare un battito cardiaco irregolare, alterando le pulsazioni normali.
In particolare, la frequenza cardiaca normale è:
- nell’adulto da 60 a 90 bpm;
- nell’adolescente da 70 a 120 bpm;
- nel bambino da 80 a 100 bpm;
- nel neonato da 80 a 180 bpm.
Tachicardie improvvise si possono avere quando la frequenza cardiaca è al di sopra dei valori riportati. In questo caso si parla di tachicardie ipercinetiche. Quando la frequenza cardiaca è bassa, come 50 battiti al minuto, si hanno bradiaritmia o tachicardie ipocinetiche. A tal riguardo è importante aggiungere che quasi sempre gli sportivi hanno un ritmo più basso. E tra questi soprattutto coloro che sono impegnati in sport di resistenza e fatica prolungata (come la maratona o il Triathlon). Anzi potremmo dire che la Bradicardia è una condizione per avere successo in questo tipo di discipline. I battiti degli sportivi, in generale, sono spesso più bassi della norma.
La classificazione delle aritmie cardiache
Le aritmie non sono tutte uguali. Diverse sono le cause e, di conseguenza, diverso è il disturbo che ne deriva.
Partiamo da una prima distinzione. Vengono definite aritmie benigne quelle causate da uno spostamento del nodo di conduzione. In questi casi si avvertono dei colpi, definiti extrasistole, a livello dello sterno che terminano in pochi secondi. Le aritmie maligne sono molto gravi e possono portare il cuore in fibrillazione. Le fibrillazioni cardiache si differenziano in fibrillazione atriale e ventricolare.
È possibile, quindi, distiguere tra:
- Aritmia sinusale. Causata da alterazioni del ritmo e della frequenza del battito cardiaco. Rientrano in questa classe le aritmie fisiologiche sinusali. Si tratta di un tipo di aritmia cardiaca improvvisa che interessa per lo più giovani individui ed è causata dal metabolismo centrale e da riflessi respiratori. Per questa ragione è anche conosciuta come aritmia sinusale respiratoria;
- Aritmia ventricolare e aritmia atriale. Quando il nodo seno atriale perde la funzionalità cede il comando al nodo atrio ventricolare. In questo caso si parla di fibrillazioni del cuore che comportano aritmie ventricolari ed aritmie sopraventricolari (atriali). Si tratta di condizioni che non devono essere sottovalutate poiché la tachicardia sopraventricolare è il segnale di altre patologie.
Quando i battiti cardiaci alti sono legati a pochi cicli si parla di aritmia extrasistolica che viene considerata nella maggior parte dei casi un’aritmia cardiaca benigna. Tuttavia, in caso di extrasistole continue occorre fare degli accertamenti specifici per individuare un’eventuale aritmia maligna; - Blocco del segnale. In alcuni casi i battiti cardiaci irregolari sono determinati da un blocco del segnale dal nodo seno atriale al nodo atrio ventricolare. Tale ostacolo può essere dovuto a problemi anatomici o all’utilizzo di particolari farmaci.
Cos’è il flutter cardiaco
Il flutter cardiaco è un’anomalia della frequenza cardiaca che causa un battito irregolare. Molto noto è il flutter atriale. Questo termine viene usato in medicina per indicare un ritmo cardiaco molto rapido che ha origine nell’atrio dove il segnale di contrazione non si diffonde in maniera adeguata.
Differentemente dalla tachicardia parossistica sopraventricolare, in cui la contrazione irregolare è transitoria, questa tachiaritmia può essere causa da alcune patologie. Tra queste l’ipertensione e problemi a carico del miocardio.
Se questa condizione non viene curata tempestivamente si può andare incontro a conseguenze molto gravi, come l’ictus, compromettendo il passaggio del flusso sanguigno in alcuni vasi.
L’aritmia cardiaca nei bambini
Molto spesso soggetti giovani e bambini presentano un’aritmia sinusale fisiologica. Questa condizione è caratterizzata dall’aumento della frequenza cardiaca durante l’inspirazione e da un abbassamento durante l’espirazione. Data la sua stretta dipendenza con il processo della respirazione viene anche chiamata aritmia respiratoria.
In particolare, sembra essere causate dalle variazioni del nervo vago, uno dei fattori da cui dipende la regolazione del battito cardiaco. Si tratta di una condizione che non si manifesta con sintomi evidenti e nella maggior parte dei casi non desta preoccupazioni. Ma è sempre necessario contattare il medico di fiducia per valutare la necessità di esami approfonditi.
Aritmia cardiaca cause
Le alterazioni della frequenza cardiaca, come i battiti sopraventricolari, possono essere dovute da diverse cause:
- Cardiopatie presenti fin dalla nascita (congenite);
- Cardiopatie acquisite con lo sviluppo, tra cui ischemia cardiaca, infarto del miocardio e ipertensione arteriosa;
- Ipertiroidismo;
- Utilizzo di sostanze stupefacenti;
- Abuso di alcol;
- Assunzione di alcuni farmaci;
- Fumo.
Il versamento cardiaco
Un’altra condizione che può causare un’aritmia cardiaca è il versamento al cuore. Generalmente causato da uno stato infiammatorio determina un afflusso di sangue all’interno della sacca pericardica.
In questo caso il paziente avverte dolore al torace, difficoltà nella respirazione ed un aumento della frequenza cardiaca. Nel caso in cui il liquido presente all’interno del pericardio resti entro certi limiti si possono usare terapie farmacologiche. In alterativa è necessario intervenire con la pericardiocentesi.
Aritmia sintomi
Nonostante le aritmie cardiache possano essere causate da molteplici fattori, presentano sintomi molto simili. Tra questi senso di debolezza ed affanno cardiaco. Qualora il battito cardiaco alto fosse causato da una fibrillazione atriale il paziente può avvertire anche una sensazione piuttosto sgradevole a livello della zona toracica.
La condizione di sincope, ovvero la perdita di coscienza quando il cervello non viene irrorato in maniera adeguata, sopraggiunge con frequenza cardiaca inferiore a 20 battiti al minuto o con tachicardia caratterizzata da 200 battiti al minuto. Si tratta di una condizione che può essere transitoria. Il paziente, sdraiato con le gambe tenute in alto per facilitare il corretto ripristino della circolazione sanguigna, può riacquistare conoscenza in breve tempo. Quando, però, l’intervento si rivela inefficace il paziente può andare incontro ad un arresto cardiaco. Si tratta, dunque, di una situazione di emergenza in cui si rendono necessarie manovre salva vita, come la respirazione artificiale, il massaggio cardiaco e le defibrillazioni.
Inoltre, va ricordato che in caso di miopatie gravi, si può avere anche tosse cardiaca. La sintomatologia si aggrava in concomitanza della gravità dell’aritmia.
Come vengono diagnosticate le aritmie
Dopo aver indicato i sintomi delle aritmie passiamo alla diagnosi.
- Marker cardiaci. Attraverso le analisi del sangue il cardiologo può valutare alcuni parametri con cui individuare eventuali danni a carico del cuore;
- Elettrocardiogramma (ECG). Utile per indagare la fisiologia del cuore. In particolare viene controllata l’attività elettrica della pompa cardiaca. L’elettrocardiogramma genera un preciso tracciato con cui il cardiologo può diagnosticare la patologia. Qualora le aritmie fossero frequenti il medico può consigliare l’Holter, un tipo di ECG portatile che misura le variazioni della contrazione cardiaca per 24 ore;
- Ecocardiogramma. Grazie a questa strumentazione viene indagata anche l’anatomia del cuore, tra cui lo stato delle valvole cardiache e le dimensioni del cuore stesso;
- Radiografia al torace. Consente di comprendere se l’artimia è generata da una patologia legata al sistema polmonare.
Come si cura l’aritmia cardiaca
In genere le aritmie non invadenti non richiedono particolari trattamenti. In alcuni casi, però, si può rendere necessario un intervento di ablazione al cuore.
Per le extrasistole continuative, invece, si consiglia l’uso di farmaci tranquillanti. Se il problema non viene eliminato si passa all’assunzione degli antiaritmici. Questo tipo di farmaci viene utilizzato anche per le tachicardie sopraventricolari che possono richiedere somministrazione di stimoli elettrici e l’immersione del volto nell’acqua fredda.
Le tachicardie ventricolari vengono curate con farmaci in grado di riportare la frequenza cardiaca a livelli normali. Quando questo non è possibile, vengono usati particolari sondini connessi a congegni elettrici che sono in grado di bloccare l’evento tachicardico.
Infine, in caso di bradicardia vengono impiegati pacemaker, i quali inviano lo stimolo di contrazione alle cellule del cuore sostituendo il nodo seno atriale.
Per la cura e la terapia affidatevi sempre al cardiologo di fiducia. I rischi per terapie farmacologiche fai da te possono essere molto gravi, mettendo a repentaglio la vita.
Quali cibi evitare
Chi soffre di aritmia cardiaca deve seguire un regime alimentare strettamente equilibrato. L’organismo, infatti, ha bisogno di ricevere quantità di minerali, vitamine e altri nutrienti necessari per il corretto funzionamento degli organi.
Occorre prediligere diete ricche di calcio, potassio e magnesio, i quali aiutano a migliorare e rafforzare la muscolatura cardiaca. Tra gli alimenti consigliati vi sono: ricotta, pesce, frutta a guscio, cereali, banane, fagioli e prezzemolo.
Deve essere ridotta, invece, l’assunzione di confetture e farina di frumento. Secondo i cardiologi i cibi che devono essere particolarmente evitati sono quelli ricchi di grassi, con cui si rischia di aumentare i livelli di colesterolo cattivo (LDL).
Sono sconsigliati anche quelli eccitatori, come tè, caffè e cioccolata.